mercoledì 23 aprile 2014

Ammazzateli tutti, in scena a Imola il genocidio del Ruanda

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Nel 1994 frequentavo il secondo anno di liceo e non sapevo, mentre studiavo antiche guerre, che in Ruanda in quei giorni si stesse consumando un genocidio. In quel paese africano veniva scritta una delle pagine più sanguinose della contemporaneità, ma quel che accadde non si è fissato nella mia memoria come, invece, ha fatto la guerra in Iraq o i conflitti che hanno sconvolto i Balcani. Di Ruanda non parlammo a scuola, la televisione ci mostrò quasi esclusivamente l'altra tragedia umanitaria, quella dei profughi. I media, come studiai più tardi, per ragioni interne al loro stesso funzionamento non fornirono un'ampia copertura di quel che accadde a partire dal 6 aprile quando iniziò a scatenarsi la violenza degli estremisti hutu. Il massacro ebbe iniziò dopo l'abbattimento dell'aereo su cui viaggiava il presidente di etnia hutu, forse per mano degli stessi gruppi estremisti che poi diedero il via al massacro.
I media non furono i soli a non capire la gravità di quanto stava accadendo. L'ONU fu accusato di essere rimasto a guardare e anche Medici Senza Frontiere, come ha ricordato qualche settimana fa il suo ex presidente, impiegò diversi giorni prima di capire di essere di fronte ad un genocidio sistematico, qualcosa di diverso rispetto ai massacri e alle stragi che da anni insanguinavano il paese. Fu proprio MSF a lanciare un appello per chiedere l'intervento delle Nazioni Unite.
Quel che oggi è storia in tanti lo intuimmo solo 10 anni più tardi, incollati allo schermo davanti a Hotel Rwanda. Nel paese furono massacrate a colpi di machete almeno 800 mila persone. Un numero che oggi, dopo aver assistito in diretta all'undici settembre, appare ancora più impressionante.
Il paese sta ricordando i tragici fatti del 1994 con una lunga serie di eventi che hanno preso il via il 6 aprile in occasione del ventesimo anniversario dell'inizio del massacro. Tra le funzioni degli anniversari c'è quella di preservare la memoria affinché la storia non si ripeta. Questo è senza dubbio anche uno degli obiettivi di Ammazzateli tutti, il nuovo lavoro di Marco Cortesi e Mara Moschini che il 29 aprile farà tappa a Imola. Lo spettacolo, esempio di teatro civile, si ispira, ad una storia vera.
A promuovere la serata sono stati gli scout del gruppo Imola 1 che, dopo essere rimasti stregati da La Scelta, lo spettacolo dedicato dai due autori attori alla guerra civile che ha insanguinato la ex Yugoslavia, hanno voluto che nella loro città andasse in scena anche un'altra tragedia che non può essere dimenticata.
L'appuntamento è per le 21 al Seminario diocesano in via Montericco 5/a

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