mercoledì 30 aprile 2014

Bologna, lo sciopero della mensa è alle porte

Annunciato, discusso, accompagnato da polemiche e tentativi di strumentalizzazione, lo sciopero della mensa è alle porte. Lunedì 5 maggio a Bologna i genitori protesteranno e lo faranno non facendo mangiare ai loro figli il pasto fornito da Seribo, la società mista pubblico-privata che gestisce il servizio di ristorazione scolastica.
La protesta, promossa dal osservatorio cittadino mense scolastiche,vuole essere un segnale forte anche in vista del rinnovo dell'accordo per la fornitura del servizio.

Perché?
Sono diverse le ragioni che hanno spinto l'osservatorio, fondato nel 2011 da un gruppo di genitori, a promuovere la protesta. Ragioni che spaziano dalla qualità del cibo alle tariffe. I promotori considerano non giustificato l'aumento delle tariffe che sottolineano sono tra le più alte d'Italia. Tra le richieste c'è quella, rivolta all'amministrazione comunale, di porre un tetto massimo agli utili di Seribo. Richiesta a cui si accompagna quella di reinvestire parte degli utili per il miglioramento della qualità del cibo. Quello della qualità resta uno dei temi più delicati e i genitori puntano il dito contro il mancato rispetto della percentuale di prodotti biologici stabilito dalla legge regionale. I genitori, i oltre, denunciano la mancata realizzazione dei nuovi centri pasti. In città c'è ne sono tre, ma di questi solo il Fossolo è nuovo e questo genera una disparità di trattamento tra i bambini serviti da questo e quelli i cui pasti vengono preparati nei centri che non dispongono di attrezzature di pari livello.

Come
Per aderire allo sciopero bisogna innanzitutto disdire il pasto entrò le 8:45 del 5 maggio. I bambini che non consumeranno il pasto potranno mangiare un panino portato da casa oppure potranno essere fatti uscire prima di pranzo e riaccompagnati a scuola dopo il pasto. L'ipotesi "panino a scuola", ammessa quando a scioperare e Seribo, ha generato un braccio di ferro tra genitori e quartieri che ha conquistato le pagine dei maggiori quotidiani locali.
In diverse scuole dell'infanzia i genitori stanno organizzando picnic nei giardini pubblici.
Per maggiori informazioni su come disdire il pasto e partecipare allo sciopero potete consultare il vademecum scaricabile a questo indirizzo:
http://osservatoriomensebologna.blogspot.it/

Il precedente
Non è la prima volta che a Bologna i genitori danno vita ad uno sciopero della mensa. Nel 2005 i genitori delle Longhena organizzarono quello che venne chiamato " lo sciopero delle pappe". Anche allora la protesta ruotava intorno a tariffe e biologico e come oggi fu accompagnato da polemiche che tennero banco sui giornali.


lunedì 28 aprile 2014

Buon 5 maggio a tutte le ostetriche



Il 5 maggio si celebra la giornata internazionale dell'ostetrica.  " In tutto il mondo - scrive la presidente della FNCO ( federazione nazionale collegi ostetriche) Miriam Guana - le ostetriche organizzeranno eventi per ribadire l'impegno a lottare, con le donne e per le donne, contro il dramma della mortalità materna e neonatale ancora troppo frequente in troppe aree del mondo". Tra i tanti intenti c'è anche quello di sensibilizzare le istituzioni affinchè l'offerta delle prestazioni ostetriche possa essere migliorata ovunque.


Io di ostetriche ne ho incontrate tante e da quasi ognuna di loro ho imparato qualcosa e colto una piccola parte del "valore" della loro professione, c'è ne sono però quattro a cui sono particolarmente grata perchê con professionalità e pazienza mi hanno accompagnato durante un'attesa emotivamente molto impegnativa perchè arrivata dopo la nascita di una bimba con gli occhi chiusi. Non è però di me che voglio parlare, ma di loro: le ostetriche.

L'ostetrica non è un ginecologo, l'ostetrica non è un'infermiera. L'ostetrica è un'ostetrica ed esercita una professione le cui origini possono essere ricondotte indietro nel tempo fin quasi a coincidere con gli albori dell'umanità. Risale a tempi antichissimi la figura della levatrice, mestiere esercitato, racconta Platone, dalla madre di Socrate e alla quale quest'ultimo si sarebbe ispirato per la sua dialettica. Per il filosofo greco l'arte della levatrice era quella di "tirar fuori" e nel nostro immaginario la figura dell'ostetrica resta quella di colei che aiuta la partoriente a dare alla luce il bambino che porta in grembo. L'assistenza alla donna nella delicata esperienza del parto è l'aspetto più conosciuto di una professione che negli anni si è evoluta portando le ostetriche di oggi ad essere delle professioniste il cui ruolo è molto più ricco e complesso rispetto al passato. L'ostetrica accompagna la donna durante tutto l'arco della gravidanza e del puerperio ma la sua attivitá non si esaurisce neppure nell'ambito della gravidanza. In inglese il termine per indicare l'ostetrica è " midwife" il cui significato viene ricondotto a colei che "sta con la donna". In occasione della giornata internazionale della donna saranno le ostetriche stesse a raccontare le tante e diverse sfaccettature della loro professione. A Bologna l'appuntamento è per domenica 4 maggio in Piazza Maggiore ( angolo via D'azeglio) dalle 9 alle 14 e dalle 15 alle 21.

"Le ostetriche che cambiano il mondo partendo dalle famiglie" questo lo slogan lanciato quest'anno dalla confederazione internazionale delle ostetriche per celebrare il 5 maggio.  Un obiettivo ambizioso che merita un augurio di buon lavoro da parte di tutte noi. Buon lavoro a tutte le ostetriche e grazie per la passione e la dedizione con cui svolgono il loro lavoro anche quando questo incontra il dolore, la perdita. Ci vuole tanta empatia per aiutare una donna a mettere al mondo una nuova vita e altrettanta e forse più ne serve quando l'attesa si spezza.  Chi ha visto il ripetersi del miracolo del primo vagito può capire il dolore di quando nascita e morte si intrecciano in un lutto che la società fatica a riconoscere e il misto di paura e speranza che accompagna la ricerca e l'accoglienza di una nuova vita. Anche questo fa parte del lavoro dell'ostetrica, un aspetto sconosciuto ai piùma non per questo meno importante.

Per saperne di più sulla giornata internazionale dell'ostetrica http://www.fnco.it/news/giornata-internazionale-dell-ostetrica-2014.htm



mercoledì 23 aprile 2014

Ammazzateli tutti, in scena a Imola il genocidio del Ruanda

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Nel 1994 frequentavo il secondo anno di liceo e non sapevo, mentre studiavo antiche guerre, che in Ruanda in quei giorni si stesse consumando un genocidio. In quel paese africano veniva scritta una delle pagine più sanguinose della contemporaneità, ma quel che accadde non si è fissato nella mia memoria come, invece, ha fatto la guerra in Iraq o i conflitti che hanno sconvolto i Balcani. Di Ruanda non parlammo a scuola, la televisione ci mostrò quasi esclusivamente l'altra tragedia umanitaria, quella dei profughi. I media, come studiai più tardi, per ragioni interne al loro stesso funzionamento non fornirono un'ampia copertura di quel che accadde a partire dal 6 aprile quando iniziò a scatenarsi la violenza degli estremisti hutu. Il massacro ebbe iniziò dopo l'abbattimento dell'aereo su cui viaggiava il presidente di etnia hutu, forse per mano degli stessi gruppi estremisti che poi diedero il via al massacro.
I media non furono i soli a non capire la gravità di quanto stava accadendo. L'ONU fu accusato di essere rimasto a guardare e anche Medici Senza Frontiere, come ha ricordato qualche settimana fa il suo ex presidente, impiegò diversi giorni prima di capire di essere di fronte ad un genocidio sistematico, qualcosa di diverso rispetto ai massacri e alle stragi che da anni insanguinavano il paese. Fu proprio MSF a lanciare un appello per chiedere l'intervento delle Nazioni Unite.
Quel che oggi è storia in tanti lo intuimmo solo 10 anni più tardi, incollati allo schermo davanti a Hotel Rwanda. Nel paese furono massacrate a colpi di machete almeno 800 mila persone. Un numero che oggi, dopo aver assistito in diretta all'undici settembre, appare ancora più impressionante.
Il paese sta ricordando i tragici fatti del 1994 con una lunga serie di eventi che hanno preso il via il 6 aprile in occasione del ventesimo anniversario dell'inizio del massacro. Tra le funzioni degli anniversari c'è quella di preservare la memoria affinché la storia non si ripeta. Questo è senza dubbio anche uno degli obiettivi di Ammazzateli tutti, il nuovo lavoro di Marco Cortesi e Mara Moschini che il 29 aprile farà tappa a Imola. Lo spettacolo, esempio di teatro civile, si ispira, ad una storia vera.
A promuovere la serata sono stati gli scout del gruppo Imola 1 che, dopo essere rimasti stregati da La Scelta, lo spettacolo dedicato dai due autori attori alla guerra civile che ha insanguinato la ex Yugoslavia, hanno voluto che nella loro città andasse in scena anche un'altra tragedia che non può essere dimenticata.
L'appuntamento è per le 21 al Seminario diocesano in via Montericco 5/a